Nonostante ciò, per i nemici dello Stato “Spagna 36” non è sinonimo solo di orgoglio ma anche di imbarazzo. Perché, dopo aver lanciato milioni di insorti sulle barricate dell’utopia, gli anarchici contribuirono a smantellarle a colpi di decreti ministeriali.
Accettando di collaborare con le istituzioni repubblicane, si piegarono alla dura legge del realismo che esigeva che l’ordine fosse ristabilito.
Il rinnegamento del loro antistatalismo sollevò molte polemiche nel movimento internazionale.
Abbiamo qui raccolto diversi articoli apparsi fra l’estate del 1936 e l’autunno del 1937 sul settimanale considerato il portavoce nel mondo dell’anarchismo autonomo e intransigente, L’Adunata dei Refrattari. In essi si sostiene con forza la rivoluzione in corso sul suolo iberico, condividendone gioie e dolori, speranze e delusioni sulla via della liberazione da ogni sfruttamento. Si denunciano gli orrori del fascismo, l’ipocrisia della neutralità dei vari governi, l’inettitudine del pacifismo, l’impotenza del legalitarismo, l’immobilismo della classe operaia degli altri paesi, gli intrighi dello stalinismo. Si rende omaggio al coraggio degli anarchici spagnoli, difendendoli dagli attacchi e le calunnie provenienti da destra e da sinistra. Ma si critica anche in maniera netta e determinata il loro opportunismo politico che li portò ad entrare nel governo repubblicano, ad accettare la militarizzazione, a permettere il disarmo della popolazione, ad adottare la strategia del fronte unito, a negare la libertà di dissenso, in nome della necessità di ottenere risultati pratici e immediati.
Le osservazioni formulate dagli anarchici dell’Adunata costituiscono ancora oggi un antidoto al veleno della politica. Non esiste una teoria da sbandierare in tempi di bonaccia e da abbandonare nei momenti di tempesta. Ed i mezzi che si utilizzano sono sempre collegati ai fini che si vogliono raggiungere. O barricate o decreti. La negazione di ogni forma di autorità al fine di assaporare la libertà non conosce eccezioni né transizioni. È questo l’anarchismo e, paradossalmente, proprio l’esperienza spagnola costituisce la più formidabile conferma delle sue ragioni.