Léon de Mattis
«MORTE ALLA DEMOCRAZIA»
48 pp • € 3,00
Morte alla democrazia? Non è possibile, perché il predominio della maggioranza sulla minoranza è un tabù. Che sia reale o virtuale, il suo diritto non può esser messo in discussione. La democrazia, come del resto il capitalismo, è diventata l’orizzonte insuperabile della nostra epoca.
Ogni discorso che tende a sottoporla a critica viene guardato con sospetto, giudicato ambiguo, squalificato in anticipo: non si ascolta nemmeno. Eppure la democrazia finora ha dato prova soprattutto del suo fallimento.
Il mondo che essa governa è sempre un mondo di sottomissione, di privazione e di povertà. Anche se cambia forma, passando dalle mani dei pochi a quelle dei molti, il potere non rinuncia mai a imporre ordine e a garantire disciplina. Non sarà il voto, nel segreto di un’urna o nella trasparenza di un’assemblea, a modificarne l’essenza totalitaria.
L’autore di questo breve saggio, apparso in Francia nel 2007, a vent’anni si è presentato alle elezioni municipali in una lista di candidati di un partito di sinistra. Da questa esperienza di cittadino modello ha tratto una convinzione mai smentita: le elezioni sono una trappola e la democrazia è nemica della libertà.